Presso lo Studio del Dottor Bacchiocchi Danilo srl il Dr. Bobyr Ivan si occupa di dermatologia pediatrica.



DERMATITE ATOPICA

La dermatite atopica è una malattia infiammatoria cronica della cute caratterizzata da intenso prurito e secchezza cutanea. Interessa il 5-20% dei bambini e l’1-3% degli adulti, con notevoli effetti negativi sulla qualità della vita di chi ne soffre e delle loro famiglie. Questa dermatosi presenta una ben definita storia naturale, variando, nelle sue espressioni morfologiche e nelle localizzazioni, in funzione dell,età; in un terzo dei soggetti insorge dopo il secondo mese di vita e nella maggioranza dei casi entro il sesto mese.

Cosa vedo?

La dermatite atopica si manifesta con lesioni eczematose acute e croniche che si sovrappongono in relazione alla fase della malattia. È caratterizzata da secchezza della pelle, dovuta ad un’alterazione della barriera cutanea, rossore e intenso prurito. La dermatite atopica ha un decorso cronico-recidivante con periodi di miglioramento alternati a riacutizzazioni più o meno severe.

  • Nel lattante di età inferiore a un anno: prevalgono lesioni acute come eritema, edema, vescicole, erosioni e croste. Sedi tipiche: volto, superfici estensorie degli arti.

  • e Nel bambino da 1 a 10 anni: prevalgono lesioni subacute: croste e lichenificazione. Sedi tipiche: superfici flessorie degli arrti, polsi, dorso mani, palpebre.

  • Nell’adolescente: prevalgono lesioni croniche: ipercheratosi, lichenificazione, ragadi. Sedi tipiche: collo, superfici flessorie degli arti, regioni palmo-plantare, periorbitaria e periorale.

Le cause?

Alla base della dermatite atopica c’è un complesso intreccio di fattori ambientali, genetici e immunologici. Di grande importanza sono i fattori genetici: se un genitore ha una manifestazione atopica nel 60% dei casi potrà esserne affetto anche il figlio. La percentuale aumenta fino all’80% se entrambi i genitori soffrono di dermatite atopica, mentre in una famiglia non atopica la probabilità che ne venga colpito il bambino è di circa il 20%. I fattori più importanti a cui prestare attenzione sono il contatto della pelle con indumenti di lana (eczema flagellare) , esposizione ad allergeni di vario tipo , ed agenti infettivi (stafilococco aureus, maggiore temperatura cutanea) ed infine a forti stimoli emotivi (stress psicologici).

MOLLUSCHI CONTAGIOSI

I molluschi contagiosi sono lesioni virali, provocate da un virus che infetta i cheratinociti: il Poxvirus. È una comune è banale infezione cutanea che si presentano come papale emisferiche, traslucide e di colore perlaceo o roseo, con un diametro che varia da 1 a 5 mm. Caratteristica é l’ombelicatura centrale, dalla quale, in seguito a compressione, fuoriesce una sostanza biancastra. I molluschi contagiosi si diffondono per contagio interumano e sono frequenti nel bambino, che risulta esposto al rischio dell’auto inoculazione per trattamento; possono comparire in ogni distretto corporeo, ma prediligono il volto, il tronco e gli arti. La disseminazione è talvolta imponente nel bambino atomico, per via del prurito e delle anomalie a carico dell’immunità cutanea.



DERMATITE DA PANNOLINO

Le eruzioni dell’area del pannolino nel lattante sono una patologia frequente e transitoria e possono essere la manifestazione di tutta una serie di patologie diverse tra loro.

Tra quelle di più frequente riscontro ci sono:

  • la dermatite irritativa:
    dovuta allo sfregamento del pannolino, che indurrebbe una lesione dell’epidermide ed alla macerazione dello strato corneo, che ne comprometterebbe la funzione di barriera al contatto con le urine.

  • dermatite da contatto:
    recentemente si osserva ad un aumento di questo tipo di lesione per via della sensibilizzazione alle sostanze presenti nelle componenti dei pannolini monouso.

  • dermatite da Candida Albicans:
    la cute della zona del pannolino è particolarmente vulnerabile a causa del micro ambiente caldo-umido, per cui rappresenta un ottimo terreno per la proliferazione di infezioni da Candida. Tuttavia, se è vero che questo ‘fungo’ compartecipa frequentemente nelle dermatiti irritativa, il suo ruolo come agente causale primitivo è discusso.




IMPETIGINI

L’impetigine è l’infezione batterica, frequente nei bambini al di sotto di 10 anni, più comunemente osservata durante la stagione estiva. Essa costituisce la forma più superficiale delle piodermiti. È causata da streptococchi, stafilococchi o da ambedue gli organismi.

I fattori che predispongono a questo tipo di infezione sono molteplici:

  • macerazione della cute (umidità);

  • ferite-infiammazione;

  • alterazioni della normale flora cutanea;

  • alterazioni dello stato generale (atopia, immunocompromissione, etc.).

Le lesioni possono colpire tutta la superficie corporea, ma interessano generalmente le zone scoperte, specialmente il viso, il collo, le mani e le estremità.
Si tratta di elementi vescicolosi o bollosi, a contenuto sieroso circondati da un alone eritematoso (rosso). La vescicola si rompe con facilità eliminando un liquido giallognolo che porta alla formazione di una crosta dello stesso colore. A volte il bambino lamenta prurito e raramente si osserva una compromissione delle condizioni generali, febbre, malessere o altro.
In base all’aspetto clinico, si distinguono due forme: una bollosa e una crostosa.
Invece, in considerazione della modalità di esordio, si riconoscono altre due forme: la prima ex novo su cute sana, mentre la seconda consiste in una sovrainfezione (impetiginizzazione) di una lesione preesistente tipo puntura di insetto o altro. L’infezione si diffonde rapidamente mediante l’autoinoculazione con le dita o gli asciugamani causando un’estensione delle lesioni in sedi adiacenti o a distanza. L’evoluzione è benigna se viene trattata immediatamente e adeguatamente lasciando degli esiti generalmente reversibili. Le recidive sono frequenti e non sono indice di basse difese immunitarie.




NEVI

I nevi, o più comunemente nei, sono neoformazioni cutanee caratterizzate da macchie pigmentate di colore bruno. È fondamentale tenere sotto osservazione l’evoluzione di queste comuni formazioni per prevenire possibili sviluppi atipici.

I nevi più a rischio
I nevi più a rischio nella fascia di età pediatrica sono sicuramente quelli congeniti.
Sono in particolare a rischio i rarissimi nevi giganti (più di 20 cm di diametro) e meno quelli congeniti di piccole e medie dimensioni che vanno comunque controllati periodicamente. Altri nevi da tenere sotto controllo, sono quelli acquisiti durante la crescita che mostrano tuttavia caratteristiche irregolari di forma e colore (nevi atipici).
Non esiste un’età precisa in cui è necessario effettuare il controllo dei nei; tutti i bambini dovrebbero comunque essere valutati per la presenza di nevi congeniti al momento della nascita e poco prima della pubertà. L’epiluminescenza è lo strumento più utile per una prevenzione efficace nel campo delle lesioni pigmentate. In particolare, è utile nel valutare i nevi congeniti -e le loro modificazioni- durante la crescita del bambino e tutti i nevi acquisiti che presentino delle caratteristiche cliniche atipiche. Questo esame deve essere richiesto esclusivamente dal dermatologo, poiché non tutti i nevi necessitano di questo approfondimento e solo lo specialista è in grado di identificare le lesioni pigmentate veramente a rischio. È importante però ricordare ai genitori di non allarmarsi, perché l’aumento del numero dei nevi in età pediatrica è fisiologico. I nevi che compaiono alla nascita sono infatti piuttosto rari (1% circa) e, dal momento che ogni individuo adulto ha in media 20-30 nevi, appare ovvio che la comparsa di nuovi nevi durante l’età dello sviluppo sia un fenomeno normale.




ACNE

Che cos’è?
Non è una malattia ma una manifestazione cutanea parafisiologica tipica dell’adolescenza che tende a scomparire oltre la pubertà.
Si tratta di una dermatosi cronica, a lenta remissione spontanea, che interessa il follicolo pilo-sebaceo, e interessa le zone seborroiche del volto, del dorso eccella zona medio toracica.
Durante la pubertà (che va dall’età di 12-13 anni fino ai 18-20 circa) le ghiandole sebacee vengono “stimolate” dagli ormoni androgeni, per cui producono una maggiore quantità di sebo, inoltre, si ha un ispessimento a livello dello sbocco ghiandolare , che ostruisce la fuoriuscita del sebo, fungendo da ‘tappo’. Esso corrisponde alla prima lesione dell’acne, che prende il nome di “punto nero” o comedone; successivamente, si crea una reazione infiammatoria causa delle diverse lesioni quali:

  • papule;

  • pustole;

  • noduli.



Come si manifesta?
L’acne non si manifesta nello stesso modo in tutti gli adolescenti. Clinicamente si distinguono diverse forme in base alla morfologia (tipo) delle lesioni e alla gravità della manifestazione. Intorno all’età puberale, o età dello sviluppo, sono più frequenti le forme lievi di acne, soprattutto quella “comedonica” in cui prevale la presenza dei punti neri (o bianchi) e quella papulosa.

Dopo la pubertà e talvolta anche in età puberale l’acne si manifesta attraverso forme più gravi, in cui si formano lesioni infiammatorie di tipo pustoloso o di tipo nodulo-cistico. In uno stesso soggetto si possono riscontrare un solo tipo di lesione acneica o un certo polimorfismo eruttivo ( presenza contemporanea di comedoni , papule, pustole ecc) ed evolutivo. La terapia dermatologica è specifica di ogni forma clinica.

Per informazioni e appuntamenti

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